Dizionario di Bioetica

Stesura e revisione di una bibliografia, dalla A alla Z.

Uno contro tutti. Quando gli autori sono tanti, la normazione editoriale e la stesura di riferimenti bibliografici univoci diventa una vera «impresa» redazionale.

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Il lavoro di redazione «uno contro trenta»

Quando si tratta di volumi che raccolgono la fatica di trenta diversi collaboratori per un totale di circa trecento lemmi, è chiaro che la loro fatica viene coordinata per mezzo di una fatica ancor più grande che è quella dei redattori, che per il Dizionario di Bioetica è durata quasi due anni. Il volume si propone nel panorama editoriale italiano in una veste inedita, dato che si tratta di una disciplina che per definizione è sempre attuale, sempre attuale come la vita e sempre attuale come l’etica.
Il lavoro di redazione è consistito nel cercare di suggerire alla mente del lettore l’idea che i contenuti e le forme del Dizionario siano coesi, siano un qualcosa che non possa essere sentito come frammentario. Specie se si tratta appunto di un dizionario, un libro che per definizione può essere consultato in base a interessi specifici e che per questo motivo è diviso in lemmi, in voci.
Nel far passare questa idea di coesione interna, secondo la redazione, sta tutta la questione bioetica in sé stessa. Perché l’attuale concezione della disciplina bioetica è quella in base alla quale diversi saperi (medicina, diritto, filosofia, ecologia, psicologia etc.) si intersecano e vengono a costituire oggetto di dibattito sociale, politico e civile, senza però con ciò poter parlare di una disciplina, la bioetica appunto, che abbia un suo statuto indipendente e riconoscibile. Il nostro obiettivo è stato quello di fornire degli strumenti teorici grazie ai quali la bioetica emergesse coesa e unitaria come disciplina filosofica. La bioetica si apre infatti ai diversi punti di vista per fornire degli strumenti e lasciare così al lettore la libertà e l’onere di trarre le conseguenze.
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Stesura e revisione di una «voce»

Questo è il motivo di fondo che ci ha spinti a considerare ogni voce del Dizionario importante quanto ogni altra, perché solo l’insieme è “bioetica”. Una tale scelta non è stata operata, di fatto, da nessuno dei collaboratori del Dizionario, ma dalla redazione e dall’editore. Il risultato è stato possibile unicamente per mezzo della revisione dei testi. Ovvero, perché si formi un’idea corale del volume, basta che anche una sola riga cambi. Basta che cambi anche solo una parola.
La redazione s’è fatta carico di alcune scelte, ad esempio quella di selezionare con cura i docenti delle varie Facoltà, per assegnare loro alcuni lemmi piuttosto che altri o anche nel lasciarli liberi di scegliere quali curare, oppure ancora di occuparsi in prima persona della stesura di alcune voci.
Un’altra importante scelta è stata quella di non negare uno spazio legittimo ai cosiddetti “cattolici” che si contrappongono ormai per definizione ai “laici”. Tale spazio è stato garantito chiamando in causa dei collaboratori le cui idee e la cui formazione personale li spingessero in quella direzione; ma appunto è stato il lavoro di revisione dei testi – e del sacrosanto lusso di tagliare, di modificare, di ritoccare certe righe e certe parole, – a garantire una coerenza interna e a offrire alla fine semplicemente una pluralità di punti di vista.
Abbiamo sperimentato, insomma, qualora ce ne fosse bisogno, l’importanza delle parole, di una singola parola, nella discussione di un tema, “scottante” o meno che sia.
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La correzione di bozze è solo l'inizio

Emerge dunque chiaramente come in un caso del genere la “semplice” correzione di bozze costituisca soltanto la fase da cui iniziare il vero e proprio lavoro di editing. Il certosino compito della correzione dei refusi e della revisione dei testi, della loro forma e talvolta anche del loro contenuto, è accompagnato anche dall’onerosa ma necessaria verifica delle fonti ed infine dalla normazione editoriale, dato che la composizione di un dizionario, che è diviso in lemmi e che presenta riferimenti incrociati tra le stesse voci e rispettivi rimandi, impone una precisa formula da rispettare e delle altrettanto precise regole cui attenersi.
Ad esclusione dell’impaginazione generale del volume, a cura dell’editore, «Fòlia» si è infatti occupata di tutte le fasi di progettazione dell’opera, dalla coordinazione della redazione all’elenco dei lemmi presenti (in collaborazione con il curatore del Dizionario), dalla selezione di alcuni estensori degli stessi lemmi ai rapporti con loro durante le fasi di creazione dei contenuti, dell’effettiva stesura e della seguente revisione.

La verifica delle citazioni

Trattandosi di circa trecento lemmi, la quantità di riferimenti a classici della letteratura, della filosofia e delle scienze umane in generale, così come a saggi di medicina, diritto, scienze cognitive, psicologia e tante altre discipline, è chiaramente enorme: alla redazione tocca verificarle praticamente tutte, affidandosi alle proprie competenze e a quelle dei professionisti di settore, confrontandosi con gli stessi autori e con le fonti informatiche, oggi imprescindibili per le verifiche incrociate, e dedicandosi con estrema attenzione ad ogni dettaglio.
Per garantire un risultato scientificamente attendibile, come è richiesto da qualsiasi saggio o monografia a tema oppure da un dizionario come in questo caso, occorre essere persino pedanti nei riguardi di ogni singola citazione, poiché spesso accade che non solo l’autore sia poco attento nel controllare la citazione riportata ma anche che la fonte stessa cui l’autore s’è rivolto sia a propria volta poco affidabile. Talvolta è infatti necessario effettuare un vero e proprio lavoro di “archeologia” e “genealogia” delle citazioni e delle stesse fonti, per via dell’uso sempre più invalso del “copia e incolla” distratto, ad opera anche di fonti considerate non sempre opportunamente affidabili.
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La sezione bibliografica

Non si può chiedere a trenta estensori di lemmi di impiegare e citare, ad esempio, la stessa edizione e traduzione del Menone di Platone o del De Anima di Aristotele. Per questo motivo curare l’intera sezione bibliografica ha comportato un lavoro molto preciso: scegliere un’unica edizione dei volumi citati (per lo più dei classici) e normare tutti i riferimenti alle altre eventuali edizioni, allo scopo di fornire in bibliografia una sola edizione di riferimento per l’intero Dizionario. Oltre a questa, «Fòlia» s’è fatta carico di altre scelte non meno importanti, come ad esempio quella di suddividere la sezione bibliografica in paragrafi riportanti le diverse tipologie di fonti, dai classici antichi a quelli moderni, dalle monografie agli articoli in rivista, dai volumi di consultazione ai documenti di vario genere in rete e a stampa.
Il lavoro ha richiesto grande impegno e massima attenzione ad ogni dettaglio, fornendo alla redazione di «Fòlia» l’esperienza necessaria per affrontare qualsiasi tipo di “impresa” bibliografica.

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