Feuerbach

La revisione di un «classico»: l'editing oltre la traduzione.

Un eccellente lavoro di traduzione, soprattutto quando si tratta di un classico e di un inedito, richiede sempre un lungo e meticoloso lavoro di revisione, che si frappone tra l’opera e il suo traduttore.

L'inedito

La cura di un’opera, specialmente quando si tratta di un «classico», richiede sempre estrema attenzione a ogni dettaglio filologico ed estetico dal primo all’ultimo rigo. Se si ha che fare, poi, con un inedito della letteratura filosofica è necessaria anche una certa dose di coraggio editoriale ed esperienza nel settore di studi.
Prima d’ora, l’opera di Feuerbach Kritik des “Anti-Hegel’s” (tradotto: Critica dell’«Anti-Hegel») non risulta sia mai stata tradotta in alcuna lingua da quando ha visto la luce nel 1835. «Fòlia» ne ha curato l’edizione italiana, in collaborazione con Achim Seiffarth, docente di filosofia e lingua tedesca, e Silvia Micheletti, scrittrice e traduttrice.
La copertina e il retro

La copertina e il retro

La nostra formazione culturale

La redazione di «Fòlia» ha una formazione prettamente umanistica, in particolare filosofica. La nostra propensione per questo ambito di studi ci concede il lusso di spaziare in diversi altri ambiti ed essere in grado di affrontare testi di vario genere.
Naturalmente, classici come questo inedito di Feuerbach ci offrono la possibilità di mettere a frutto al massimo grado le nostre conoscenze settoriali, ma al tempo stesso richiedono la cura più attenta.
L’opportunità di lavorare assieme a professionisti e docenti universitari come Achim Seiffarth e Silvia Micheletti ci ha fornito un’ulteriore esperienza in questo ambito e siamo orgogliosi del lavoro svolto.

L'editing in ambito saggistico

In ambito saggistico, la cura completa di un testo richiede una certa competenza nel settore specifico cui esso appartiene, nel momento in cui si tratta di rivedere interi brani o di comprenderne a fondo il senso, di interpretare una citazione o di ricostruire, magari in una nota di approfondimento, le ragioni di una traduzione o di una particolare resa in italiano se si tratta di un testo in lingua straniera.
I criteri di revisione più rilevanti - in quest’occasione adoperati tutti - sono generalmente i seguenti:
  • le correzioni dello stile nella resa italiana,
  • il ripristino degli eventuali corsivi dell’originale,
  • le modifiche di determinate traduzioni in funzione di una maggiore chiarezza espositiva e della fluidità concettuale,
  • la revisione della resa italiana di determinati concetti espressi,
  • l’eventuale modifica dei riferimenti (nel corpo del testo o nelle note) alle edizioni originali citate e l’adeguamento alle rispettive edizioni italiane qualora esistano,
  • l’eventuale aggiunta di integrazioni al testo nelle note dell’autore originale,
  • la revisione della punteggiatura (che da una lingua all’altra variano spesso in maniera sostanziale), delle virgolette e di altre forme di citazione, riferimento o menzione in virtù delle scelte editoriali dell’eventuale collana di appartenenza,
  • l’eventuale aggiunta di note interamente nuove e di riferimenti testuali presenti nell’originale ma talvolta omessi nella traduzione,
  • l’eventuale modifica (talvolta arbitraria) dei paragrafi, modificando cioè gli “a capo” per ragioni di leggibilità e fluidità del testo,
  • la generale revisione bibliografica.
Scarica il PDF delle «Note del curatore»

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Scendere a patti con il traduttore

Inutile dire che la preparazione del traduttore in ambito linguistico supera sempre quella del curatore, come anche in questo caso, tuttavia il curatore – responsabile ultimo della qualità dell’edizione – dev’essere in grado di comprendere appieno il tessuto dell’opera, la sua lingua, i suoi meccanismi e le sue “finezze”, in modo tale da poter coadiuvare il traduttore nella migliore resa possibile del testo, oltre a rivederne i possibili difetti e refusi.
Può certamente capitare che per certi brani si chieda un chiarimento al traduttore (o ai traduttori), per capire meglio il criterio adoperato per “risolvere” un luogo difficile del testo, ma la parte più importante del lavoro di cura di un testo consiste proprio nella capacità di dialogare con il traduttore ed eventualmente “scendere a patti” con lui, trovare un compromesso nel caso di divergenze e optare per la soluzione migliore. In testi complessi o in classici della letteratura, specialmente se inediti, talvolta ci si trova davanti a dei veri e propri “rompicapo”, citazioni dubbie, periodi involuti e concetti articolati la cui resa in lingua italiana va affrontata con estrema cautela e delicatezza.
Scarica il PDF della «Prefazione»

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La versione in lingua corrente e il rispetto per il «classico»

Cosa distingue una traduzione odierna da una operata, diciamo, un secolo fa? Se si tratta di ottime traduzioni, soltanto la forma: ovvero l’adeguamento delle espressioni linguistiche secondo l’uso corrente, che certamente cambia nel tempo, anche in maniera evidente già dopo qualche decennio.
Persino nel caso di un inedito, sarebbe possibile teoricamente tradurre un testo dell’Ottocento adeguandolo alle forme più consone all’epoca: lo si potrebbe infatti rendere in una versione della lingua italiana che non è più quella odierna, magari per conferirgli un tono più aulico o volutamente desueto, in base all’occasione. Per contro, si potrebbe anche optare per una resa totalmente “aggiornata”, adeguando lo stile dell’autore al linguaggio italiano contemporaneo.
Eppure, in entrambi i casi si perderebbe qualcosa dell’effetto che un classico dovrebbe sempre suscitare: da un lato l’effetto di «eternità» che traspare dalla sua lingua; dall’altro quello di «attualità» che traspare sempre dai concetti espressi. A nostro avviso, la soluzione più efficace è sempre la mediana: il rispetto per il classico passa attraverso l’uso sapiente delle forme adatte, - certe volte desuete, altre volte “di moda”, se serve a rendere meglio il concetto espresso, - garantendo al tempo stesso al lettore di oggi la massima comprensibilità del testo stesso.
Altrimenti, sia dal punto di vista editoriale che dal punto di vista meramente culturale, non avrebbe alcun senso proporre per la prima volta o riproporre in nuova veste un «classico», che d’altra parte per gli esperti, per gli studiosi o per gli appassionati è pur sempre disponibile in lingua originale.
Scarica il PDF delle note

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Le note

Nell’edizione critica di un inedito o in generale di un classico, rivestono grande importanza le appendici critiche come le note del curatore o del traduttore.
In questo caso s’è optato, per ragioni editoriali soprattutto, per l’attribuzione completa delle note al curatore, distinguendole soltanto da quelle dell’autore (Feuerbach). Come nel più comune dei casi, tra parentesi vengono aggiunte le note del curatore, che interviene per diverse ragioni:
  • giustificare alcuni criteri di traduzione,
  • riportare, quando necessario, le espressioni presenti nell’edizione originale per lasciare al lettore la possibilità di comprendere appieno il senso del testo, talvolta intraducibile,
  • integrare le note dell’autore per fornire maggiori informazioni bibliografiche, filologiche, concettuali o storiche,
  • emendare eventuali errori tipografici o refusi a carico dell’autore, della cui correzione è responsabile il coraggioso curatore.

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